Martedì 28 gennaio 2025, alle ore 14,30, l’Accademia delle Scienze di Torino inaugurerà il ciclo di eventi “Scienze della natura e dell’uomo nel XX secolo” con l’incontro I recenti modelli evoluzionistici: tra nuove acquisizioni e ripescaggi imprevisti.
Le teorie evoluzionistiche hanno subito, negli ultimi decenni, una rapida e profonda revisione e hanno aperto nuove vie di indagine e di comprensione del più complesso e cruciale processo da cui dipende la presenza e la sopravvivenza dei viventi sul pianeta. Gli stimoli sono venuti dalle nuove acquisizioni della genetica e dell’epigenetica, ma anche da una rivisitazione di aspetti delle teorie ottocentesche che erano stati a lungo messi da parte. L’incontro si propone di fare il punto sullo stato della disciplina e su come si formano, si modificano ed “evolvono” le grandi teorie scientifiche.
PROGRAMMA
Presiede: Davide Lovisolo | Accademia delle Scienze di Torino
Intervengono:
Elena Gagliasso
Per corroborarsi rigorosamente la Teoria Sintetica Evolutiva (TS) ha dovuto perimetrare il ‘nocciolo duro’ del pensiero darwiniano a partire dagli anni ’40 del XX secolo con la ricerca di nettezze assiomatiche. A fine secolo, con la solidità acquisita, la TS ha potuto riaprirsi a tematiche marginalizzate nella sua fase formativa ed è stata rinnovata come ‘estesa’, ‘pluralista’, ‘Post-Sintesi’. Si può oggi così riattraversare un vasto arcipelago di ricerche rimosse. Dalla ripresa di un Darwin ‘ecologo’, alla riscoperta delle ‘eredità acquisite’ di Lamarck alla luce dell’Eco-Evo-Devo Theory ci si confronta con le ultime scoperte di ereditarietà plurime e relazioni eco-evolutive. Un contesto epocale più attento alle circolarità dei livelli di interazione tra viventi e ambienti e, insieme, la crescita di nuove discipline (ecosistemica, epigenetica, botanica cognitiva, simbiontologia) sono le probabili concause del ritorno del rimosso.
Luca Maria Munaron
L’immagine dell’impresa scientifica come accumulo di conoscenza lineare e progressiva è ancora molto radicata nella cultura corrente, insieme all’idea che le teorie siano blocchi monolitici trattabili ‘in toto’: tale attitudine alla reificazione semplifica la narrazione storica ed epistemologica, ma al tempo stesso la distorce. Un esempio affascinante riguarda il ruolo dei meccanismi genetici ed epigenetici nella trasmissione intergenerazionale dei tratti fenotipici e nell’evoluzione dei viventi. Il dibattito si fonda sulle scoperte degli ultimi decenni, ma anche sul possibile ripescaggio del modello di pangenesi darwiniana e di quello lamarckiano sulla ereditarietà dei caratteri acquisiti, inseriti nell’odierno contesto culturale e scientifico. L’evoluzionismo attuale aderisce ad una prospettiva plurale che richiede l’estensione o la radicale revisione della Sintesi Moderna novecentesca. Il caso del ‘doppio ripescaggio’ offre dunque un’inusuale attrattiva epistemologica.
Dietelmo Pievani
Le nuove acquisizioni e i ripescaggi subiti dalla Sintesi Moderna neodarwiniana negli ultimi 50 anni sono ormai così numerosi e profondi da indurci a chiederci fino a che punto esista ancora una “Sintesi” e in che senso essa sia ancora “darwiniana”. Se consideriamo la spiegazione evoluzionistica come una singola “teoria”, diventa difficile orientarsi nelle sue trasformazioni recenti. Meglio intenderla come un insieme di fattori, processi e modelli plurali, tra loro compatibili, con un nocciolo centrale ancora saldamente darwiniano. Detto altrimenti, come un “programma di ricerca” nel senso dato a questa espressione dal filosofo della scienza Imre Lakatos. Analizzeremo alcuni esempi di aggiornamento fecondo della cintura protettiva del programma di ricerca evoluzionistico contemporaneo, in particolare il caso delle cooptazioni funzionali o exaptation.
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