International Workshop “Sliding Doors. Prediction and Contingency in Biosciences – 20th Anniversary of RES VIVA”, Sapienza Università di Roma, 2-4 febbraio 2017

International Workshop

Sliding Doors

Prediction and Contingency in Biosciences

20th Anniversary of Res viva

February 2-4, 2017 – Villa Mirafiori (Aula XII), Sapienza University of Rome, Italy

 

Thursday, February 2

Welcome Addresses

14.00 Opening address
14.10 Stefano Petrucciani (Director of the Department of Philosophy, Sapienza University of Rome)
14.20 Marcello Buiatti (President of Res viva)

Predictability and contingency in physical and biological sciences

14.30 Giuseppe Longo (Ecole Normale Supérieure Paris)
Unpredictable Phase Spaces, or How Future Depends on the Past and on Rare Events in Systems of Life

15.20 Guido Chelazzi (University of Florence)
The Claim of Predictability vs Contingency in Ecology

16.20 Fabio Sterpetti (Sapienza University of Rome)
On the Nature of Natural Selection

16.50 Emanuele Coco (University of Catania)
Harmonies Lost: Philosophy and Delusions in Constructing Nature

17.20 Philippe Hunemann (CNRS/ Université Paris 1 Sorbonne)
Making sense of Gould’s Evolutionary Contingency Thesis: issues of Grain and Scales

Friday, February 3

Big-Data and predictability in bio-medicine

9.30 Paolo Vineis (Imperial College of London)
The Tsunami of New Data: Potential for Bias

10.10 Giuseppe Novelli (University of Rome Tor Vergata)
The Bermuda Principles in the Era of Precision Medicine

11.10 Giulia Frezza (Sapienza University of Rome)
Old and New Big Data: of Mice and Men

11.40 Luigi Preziosi (Politecnico di Torino)
Determinism and Stochasticity in Mathematical Modelling for Cell Migration

12.20 Sabina Leonelli (University of Exeter)
The Time of Data: Big Data Re-Use and Implications for Predictive Ability in Biology and Biomedicine

The Evolutionary contingency: past and present

15.00 Silvia Caianiello (CNR, Naples)
Seinesgleichen geschieht: Contemporary Challenges to Evolutionary Contingency

15.40 Sara Campanella (Sapienza University of Rome)
Synthesis and Behavior: a New Role for Selection

16.10 David Ceccarelli (University of Rome Tor Vergata)
Orthogenetic Predictability: Orderliness and Invariance in Early Macro-Evolutionary Explanations

17.00 Virginie Orgogozo (Institut Jacques Monod, Paris)
Can we Predict Evolution?

Saturday, February 4

Brains and behaviours in ecological frameworks

9.30 Lamberto Maffei (Scuola Normale Superiore di Pisa/Accademia dei Lincei)
Environment as Therapy

10.10 Carmela Morabito (University of Rome Tor Vergata)
Epigenetics and Development in Cognitive Functions

10.40 Mattia Della Rocca (University of Pisa/University of Rome Tor Vergata)
Prediction Possibility in “Silico-Simulation”?

11.20 Salvatore Maria Aglioti
(Sapienza University of Rome/Fondazione Santa Lucia, IRCCS)
Virtual Worlds for Real People

11.55 Dario Martinelli (International Semiotics Institute Kaunas University of Technology)
Estimations, Plans, Narratives: how non-Human Animals Deal with the Future and “Possible Worlds”

12.40 Elena Gagliasso (Sapienza University of Rome, Director of Res viva)
Concluding remarks

Organizing Committee: S. Caianiello, S. Campanella, D. Ceccarelli, G. Frezza, E. Gagliasso
For information: resviva2016@gmail.com

“Faire craquer le normes”. Vita, scienza e tecnica nel pensiero di Georges Canguilhem, Sapienza Università di Roma, 30 settembre 2016

Giornata di studi

“Faire craquer le normes”.
Vita, scienza e tecnica nel pensiero di
Georges Canguilhem

Roma 30 settembre 2016
Villa Mirafiori, aula II
a cura di F. Lupi e S. Pilotto
con il patrocinio di Res Viva

Georges Canguilhem (1904-1995), filosofo, epistemologo e storico delle scienze, esercitò una notevole influenza su gran parte del pensiero francese del secondo dopoguerra. Fu il successore di Gaston Bachelard alla guida dell’IHPST di Parigi e alla cattedra di Storia e Filosofia delle Scienze della Sorbonne, annoverando fra i suoi allievi diretti nomi celebri come Michel Foucault e Pierre Bourdieu. Alla luce della recente pubblicazione per l’editore Vrin dei volumi I (2011) e IV (2015) delle sue Œuvres complètes, obiettivo del convegno sarà presentare l’originalità della filosofia di Canguilhem con particolare attenzione alla metodologia dell’epistemologia storica, ai suoi contributi di filosofia della tecnica, di biologia e della medicina.

Relatori:

Nunzio Allocca (Sapienza Università di Roma); Jean-François Braunstein (Paris I- Panthéon Sorbonne); Enrico Castelli Gattinara (Direttore della rivista Aperture); Cristina Chimisso (The Open University – Milton Keynes); Elena Gagliasso (Sapienza Università di Roma); Fiorenza Lupi (Sapienza Università di Roma); Daniele Poccia (Università del Salento); Stefano Pilotto (Sapienza Università di Roma); Emiliano Sfara (Université Paul Valéry – Montpellier); Matteo Vagelli (Paris I- Panthéon Sorbonne).

Comitato organizzativo:
Fiorenza Lupi
(fiorenza.lupi@gmail.com)

Stefano Pilotto
(pilottostefano85@gmail.com)

Ciclo di incontri “Macchina e Organismo”, organizzato da ECO-EVO-COG, Sapienza Università di Roma

Ciclo di incontri
Macchina e organismo
DIPARTIMENTO DI FILOSOFIA – VILLA MIRAFIORI
AULA X – 14,30-16,30

organizzato da ECO-EVO-COG
Seminario permanente di Evoluzione e Cognizione
Sapienza Università di Roma – Dipartimento di filosofia- Dottorato in filosofia
con il patrocinio di RES VIVA

23 MARZO 2016
LE   MACCHINE   DEL   NOSTRO   CORPO:   ANTICHE   E   NUOVE  ALLEANZE
TRA MACCHINA E ORGANISMO
Maria Conforti, Silvia Caianiello, Luca Tonetti, Simone Guidi


Maria Conforti  (Unità di Storia della Medicina e Bioetica, Dip. Medicina Molecolare, Sapienza Università di Roma)
Macchine esplosive e corpi inquieti: iatromeccanica e iatrochimica nella medicina di età moderna
Attraverso l’analisi di testi di Giovanni Alfonso Borelli, di autori di medicina, e di filosofi come Giovanbattista Vico, si discuterà delle categorie storiografiche di iatromeccanica e iatrochimica nell’interpretazione della scienza e della medicina di età moderna, con particolare riguardo alla situazione italiana. 

Luca Tonetti (Dip. Filosofia, Sapienza Università di Roma)
Corpi in equilibrio: ippocratismo e meccanicismo nella ‘statica’ medica di Baglivi
Nel 1704, Baglivi pubblica i Canones medicinae solidorum, un commento in aforismi al De statica medicina di Santorio (1614). Santorio aveva tentato di stabilire un nesso tra la concezione ippocratica di salute, intesa come armonia di umori (eukrasia), e l’equilibrio tra la materia che entra ed esce dal corpo, misurato quantitativamente attraverso la “stadera medica”. Nei Canones, Baglivi riadatta gli aforismi di Santorio alla luce della sua metodologia clinica e della sua fisiopatologia meccanicista incentrata sul ruolo della fibra, sostenendo che solo chi conosce la ‘statica’, cioè l’equilibro tra i solidi che oscillano e i liquidi che scorrono nel nostro corpo, potrà curare correttamente le malattie. In questo intervento, verrà brevemente illustrata la teoria fibrillare di Baglivi e la sua applicazione in ambito clinico, nel segno di questo tentativo di sintesi tra ippocratismo e meccanicismo. 

Simone Guidi (Nuova Accademia di Belle Arti – NABA, Milano)
La vita delle immagini: Marin Cureau de La Chambre tra panpsichismo e meccanicismo
L’intervento si incentra sul fondamentale ruolo assegnato dal Marin Cureau de La Chambre all’image nella costituzione tarda del suo panpsichismo, in una conflittuale e singolare convergenza con il meccanicismo quantitativo degli stessi anni. Ci si soffermerà: 1) sulla questione della natura intermedia della luce; 2) da qui, su quello del ruolo attivo dell’immagine, che il medico francese utilizza come sostitutivo al contempo delle species e dell’attività formatrice dell’anima vegetativo-sensitiva, impostando una forma di dualismo “debole”; 3) sul ruolo, attribuito, di conseguenza, all’immaginazione. In conclusione, il dualismo di Cureau — che fa uso di una nozione mimetico-sostanzialistica dell’image e ricade senza volerlo in una sorta di meccanicismo qualitativo — verrà messo a confronto con quello di Bergson, che in “Materia e Memoria”, da una prospettiva ontologica differente e in netto contrasto con la tradizione meccanicista, pone proprio l’immagine come elemento di giuntura tra mente e corpo.

Silvia Caianiello (Istituto per la storia del pensiero filosofico e scientifico moderno – CNR, Napoli)
Sulla nuova alleanza tra biologia e ingegneria: il caso della robustezza
Emulare la capacità di auto-regolazione dei sistemi viventi è la sfida costitutiva del pensiero ingegneristico. Le proposte recenti di una teoria unificata della robustezza si basano sull’assunto che gli specifici principi organizzativi evoluti nei sistemi viventi per rispondere alle perturbazioni mantenendo determinate funzioni siano identici a quelli dei sistemi artificiali avanzati progettati per lo stesso fine con gli strumenti, sempre più biomimetici, dell’ingegneria del controllo. In questa prospettiva, l’ambito del vivente e dell’artificiale si distaccano dal più vasto insieme dei sistemi dinamici complessi non-lineari caratterizzati da stabilità dinamica e strutturale, ma non vincolati allo svolgimento di una funzione. Il nuovo discrimine tra vivente/artificiale e non vivente si attaglia forse all’evoluzione in corso nel senso comune, ma fino a che punto è davvero possibile elidere le differenze tra evoluto e progettato, tra auto-regolazione e controllo automatico?

13 APRILE 
FORME DI VITA, FORME DI TECNICA
Stefano Velotti, Francesco Restuccia, Fiorenza Lupi

Stefano Velotti (Dip. Filosofia, Sapienza Università di Roma)
Tecnica e caso: che ruolo gioca il caso in forme di vita fortemente tecnologiche? Una ricognizione storico-teorica
Il caso è un concetto sfuggente, che nel corso della storia è stato invocato per coprire ruoli molto diversi nell’esperienza umana. Nell’ambito della produzione artistica è stato talvolta associato all’intervento di processi automatici, che aggirerebbero la percezione cosciente dell’autore o la sua intenzionalità. Oggi il problema sembra essersi rovesciato nel suo opposto: è possibile reintrodurre il caso e la contingenza all’interno delle tecnologie con cui interagiamo e in cui siamo sempre più immersi?

Francesco Restuccia (Dip. Filosofia, Sapienza Università di Roma)
Cibernetica come seconda tecnica? Un dialogo tra Norbert Wiener e Walter Benjamin
Si vogliono confrontare le ultime riflessioni di Wiener sull’autonomia delle macchine, contenute in Dio & Golem s.p.a., con il concetto di seconda tecnica elaborato da Benjamin nella prima versione dattiloscritta di L’opera d’arte all’epoca della sua riproducibilità tecnica. Entrambi gli autori sottolineano l’esigenza di una coordinazione, o gioco combinato, tra esseri umani e macchine.

Fiorenza Lupi (Dip. Filosofia, Sapienza Università di Roma)
Le problème technologique. Dai rapporti tra tecnica e scienza alla questione dell’organisme-machine nell’opera di Georges Canguilhem
Si vuole proporre un’indagine sulla filosofia della tecnica di Georges Canguilhem attraverso lo studio delle relazioni science-technique e machine-organisme. Il filosofo francese ha sviluppato, fin dagli anni ’30, una critica della massima positivista «savoir pour prévoir, prévoir pour agir» dimostrando che il gesto tecnico, lungi dall’essere semplice applicazione di precetti scientifici, è espressione della creatività dell’essere vivente. L’argomento dell’originarietà del fenomeno tecnico rispetto alla scienza, individua ne l’activité technique ciò che istruisce, orienta e talora pone in essere le esigenze del vivente (umano); Georges Canguilhem, considera, con Leroi-Gourhan, le macchine alla stregua di organi della sensibilità umana, caratterizzata fin dai primordi dalla capacità di prolungarsi in protesi che le consentono di “resistere alle infedeltà dell’ambiente”.

27 APRILE 
CORPI, MONDO, TECNICA
Felice Cimatti, Elisa Binda, Giacomo Salerno


Felice Cimatti  (Dip. Studi Umanistici, Università della Calabria)
La vita delle cose
Le cose stanno tornando. Da sempre cancellate dalla presenza ossessiva dei soggetti umani, ora è il tempo delle cose. Finora la cosa è stata pensata solo dal punto di vista dei bisogni umani.  Homo sapiens nulla teme di più che essere considerato come una semplice cosa. Perché la cosa è soltanto una cosa, la cosa non teme né desidera nulla. Ma la cosa è impensabile senza il soggetto umano; di più, il soggetto è impensabile senza lo specchio opaco della cosa, che gli rimanda la sua immagine rovesciata: la cosa è l’anti uomo, quindi uomo significa il contrario della cosa. Ma perché oggi è il tempo delle cose? Perché l’ondata umanistica è finita, e soprattutto il ‘nostro ‘ corpo, la prima delle ‘nostre’ cose, reclama sempre più autonomia dal soggetto e dai ‘suoi’ desideri.

Elisa Binda (Dip. Filosofia, Sapienza Università di Roma)
Couplages interattivi: il rapporto tra macchina e organismo in Gilbert Simondon
Questo intervento intende restituire il modo peculiare in cui Gilbert Simondon (1924-1989) ha concepito il rapporto tra oggetto tecnico e individuo, analizzando dei passaggi significativi tratti, in particolare, da due testi: Du mode d’existence des objets techniques (1958) e Sur la technique (2014). Mostrerò come tale relazione venga definita da Simondon come couplage, di modo da sottolinearne il carattere di profonda interazione e interdipendenza.

Giacomo Salerno (Dip. Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale, Sapienza Università di Roma)
La città come organismo. Attualità delle metafore biologiche negli studi urbani
Sin dagli albori del suo costituirsi come disciplina, l’urbanistica ha fatto un ampio uso metaforico di concetti derivanti dalle scienze biologiche. Senza la pretesa di esaurire la vastissima bibliografia in merito, questo intervento si propone di passare in rassegna alcune significative trattazioni del tema della città-organismo, per vagliarne la portata teorica e la fecondità euristica. L’interrogazione congiunta di questi due campi disciplinari, apparentemente così distanti tra loro, potrà forse fornire degli strumenti utili alla comprensione delle forme contemporanee dell’urbano e delle sfide che esso pone

18 MAGGIO 
Bernardino Fantini, Matteo Mossio, Alessandra Passariello

Bernardino Fantini (Università di Ginevra; Sapienza Università di Roma)
Macchina e organismo: meccanismi, progetti e cause
Dai modelli iatrofisici seicenteschi di Alfonso Borelli all’idea settecentesca di ‘macchina organizzata’, da ‘l’homme machine’ di Julien Offray de La Mettrie sino alle macchine chimiche ottocentesche e all’organismo come macchina informazionale universale alla Turing nel Novecento, la metafora dell’organismo-macchina ha costantemente prodotto immagini diffuse e epistemicamente potenti. Altrettanto costantemente l’analogia si è regolarmente dimostrata imperfetta, in quanto i principi costruttivi e funzionali di una macchina risultano distinti da quelli di un organismo. La permanenza e la produttività euristica dell’analogia richiedono tuttavia una spiegazione storica e filosofica, che si può ritrovare nella presenza in entrambi i domini dell’idea di ‘progetto’ o ‘disegno’ e nella rispondenza ad una specifica forma di causalità, di natura duale e lontana dal classico determinismo chimico-fisico. La struttura teorica della biologia molecolare, proponendo una soluzione inedita a problemi teorici presenti sin dall’Antichità, acquisisce una grande capacità esplicativa grazie alla sintesi fra meccanismo e progetto.

Matteo Mossio (Institut d’Histoire et de philosophie des sciences et des techniques – IHPST)
Perché gli organismi non assomigliano (quasi) per nulla alle macchine?
In questo intervento vorrei esaminare in dettaglio l’analogia fra organismi biologici e macchine, alla luce di una concezione precisa dell’organizzazione biologica. L’analogia fra organismi e macchine resiste rispetto a caratteristiche generali quali il fatto di essere internamente differenziati e, soprattutto, la coordinazione delle parti che permette un comportamento orientato verso un fine o un obiettivo. L’analogia mostra però i suoi limiti non appena si considerano aspetti più precisi e importanti, che dipendono tutti dalla la distinzione fra teleologia intrinseca degli organismi e la teleologia estrinseca delle macchine. A differenza degli organismi, per esempio, l’esistenza delle parti delle macchine non dipende dalle loro relazioni reciproche; le macchine non sono generate per differenziazione, ma per aggregazione; le norme che si applicano al loro comportamento sono determinate dall’esterno e non dall’interno. Un’adeguata considerazione di tali differenze dovrebbe aprire la strada a dei programmi di ricerca originali in biologia teorica e filosofia della biologia.

Alessandra Passariello (Dip. Filosofia, Sapienza Università di Roma)
Quando le vecchie macchine si rompono, gli organismi sviluppano

L’analogia di macchina e organismo nasce come un rapporto tra due entità compiute: macchine ormai finite e organismi già realizzati sono assimilati gli uni agli altri, cosicché il funzionamento delle prime sia lo specchio della fisiologia dei secondi. Protagonista di questo intervento è però il processo di formazione degli organismi e, in particolare, due diverse interpretazioni dell’ontogenesi che provengono rispettivamente dalla comprensione dello sviluppo come svolgimento di un programma computazionale o come cambiamento di un’organizzazione autonoma. In entrambi i casi lo sviluppo è una successione di cambiamenti fenotipici la cui regolarità può essere spiegata solo facendo ricorso ad un “regime causale duale”: interazioni chimico-fisiche da un lato, modalità istruttive o funzionali dall’altro. Tuttavia, in quanto svolgimento di un programma computazionale, la spiegazione dell’ontogenesi va ricercata nella dimensione temporale del programma. Diversamente, come cambiamento di un’organizzazione autonoma, la spiegazione dello sviluppo si trova nell’alterazione e non nella realizzazione dell’organizzazione preesistente. È in questa seconda accezione che è forse lecito affermare: laddove le vecchie macchine si rompono, gli organismi sviluppano.

 


22 GIUGNO 

UNDERSTANDING BY BUILDING: LA COMPLESSA RELAZIONE TRA  NATURALE E ARTIFICIALE
Ignazio  Licata,  Nicole  Dalia  Cilia,  Mattia  Della  Rocca,  Valentina  Trombetta

ORGANIZZAZIONE: Nicole Dalia Cilia, Luca Tonetti
ecoevocog@gmail.com     –   www.facebook.com/ecoevocog/
RESPONSABILE SCIENTIFICO: Prof.ssa Elena Gagliasso
RESPONSABILE DEI DOTTORANDI: Nicole Dalia Cilia

Presentazione del volume “Evoluzione e religioni”, a cura di Saverio Forestiero

03 dicembre 2015
ore 19.30
Libreria Assaggi
Roma – via degli Etruschi, 4

Presentazione del volume “Evoluzione e religioni”, a cura di Saverio Forestiero.
Interventi di Saverio Forestiero, Davide Ceccarelli, Federico Morganti e Massimo Stanzione

A questo link, è possibile consultare una recensione del volume sull’Indice dei libri del mese.

Indice del volume:
Introduzione
di Saverio Forestiero
1. Capire l’evoluzione
di Saverio Forestiero
2. Ebraismo e teoria dell’evoluzione
di Gianfranco Di Segni
3. Modelli teologici della teologia cattolica che hanno resistito alle teorie evoluzioniste
di Carlo Molari
4. Il Creatore, il caso e la necessità. La teologia di fronte a Darwin nel XXI secolo
di Fulvio Ferrario
5. Scienza sacra e teoria dell’evoluzione
di Yahya Pallavicini
6. Nascita, natura, specie e casta: i diversi significati del termine sanscrito “j?ti”
di Gian Giuseppe Filippi
Indice degli argomenti
Indice dei nomi

Biodiversità ed estensione dell’empatia

Napoli, 4 febbraio 2015, ore 9.00
Istituto per la storia del pensiero filosofico e scientifico moderno (ISPF)
Consiglio Nazionale delle Ricerche – Via Porta di Massa 1 – III piano Scala A

Biodiversità ed estensione dell’empatia

PRIN 2010-2011 (Unità di Ricerca dell’Università di Catania)
Osservatorio sui Saperi Umanistici dello ISPF, C.N.R.
Dottorato in Scienze Filosofiche dell’Università Federico II di Napoli
con la partecipazione di Res viva. Centro Interuniversitario di Ricerche Epistemologiche e Storiche sulle Scienze del Vivente

Programma:

Presiede Giuseppe Bentivegna, Università di Catania

Ore 9.00

Saluti della Direttrice dello ISPF, Manuela Sanna

Silvia Caianiello (ISPF, C.N.R.), Introduzione: Biodiversità ed estensione dell’empatia
Alessandro Minelli (Università di Padova), Noi e gli altri: confini evolutivi e confini culturali
Leonardo Fogassi (Università di Parma), Il “sapere” motorio e le basi neurobiologiche dell’empatia
Carmela Morabito, Gloria Galloni (Università di Roma Tor Vergata), Il rispecchiamento empatico tra emozioni e cognizione: radici epistemologiche di un’analisi comparata
Graziano Fiorito (Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli), Plasticità e diversità: il caso del polpo

11.45 Coffee break

Emanuele Serrelli (Università di Milano Bicocca), I paradossi di Gaia
Ugo Leone (Università di Napoli Federico II), Tu di che ambiente sei? Biodiversità naturale e biodiversità culturale

13.00 Discussione generale

Interventi di:
David Armando (ISPF, C.N.R.), Rosario Diana (ISPF, C.N.R.), Armando Mascolo (ISPF, C.N.R.), Monica Riccio (ISPF, C.N.R.), Alessia Scognamiglio (ISPF, C.N.R.), Maria Grazia Mazzocchi (SZN, Napoli)

Aldo Fasolo (1943-2014)

Giovedì 27 Novembre 2014 è venuto a mancare Aldo Fasolo. È un momento di grande tristezza, per tutti noi di ResViva che nel corso degli anni ne abbiamo apprezzato  lo stile umano e intellettuale: l’amicizia gentile, la partecipazione responsabile, lo spirito critico e creativo, la dirittura etica e la profonda umanità.

È un  vuoto significativo quello che lascia nel Centro nel suo complesso. Aldo aveva infatti dato un contributo decisivo alla sua costituzione fin dall’inizio, e non solo con l’apporto istituzionale del Dipartimento di Scienze della vita e biologia dei sistemi di Torino. D’altronde, infondere energia e vitalità nelle istituzioni era la sua seconda vocazione, dopo quella prima di neurobiologo di fama internazionale. E lo dimostrano i molti impegni che non ha mai esitato ad assumersi: tra i tanti, socio nazionale dell’Accademia delle Scienze di Torino (dal 2012 come Direttore della Classe di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali) e dell’Accademia Nazionale dei Lincei,  vicedirettore de l’Indice dei Libri del Mese.

Eppure quello che lo ha legato a ResViva testimonia anche dell’altro di lui. Quello che negli anni abbiamo potuto condividere con gioia. E che ora ci resta in dono: l’armonia del suo vivere, con la sua vasta curiosità, la fiducia nell’interazione tra i saperi e la consapevolezza dell’importanza per la scienza di una riflessione filosofica e storica – in particolare, sulle complesse problematiche attuali delle neuroscienze e dell’evoluzione. Tutti tratti del suo impegno culturale e umano con i quali Aldo ha arricchito, con lievità e acutezza, i tanti fortunati anni di incontri di studio e ricerca.